[Corso di fotografia]: 9° lezione – Esposizione manuale
Benvenuti nella nona lezione del nostro corso di fotografia.
Nella lezione precedente, abbiamo spiegato come la fotocamera regola automaticamente l’esposizione di una foto utilizzando l’esposimetro.
In questa lezione spiegheremo quali sono, e come impostare manualmente, i parametri principali per una corretta esposizione.
Iniziamo col dire che per impostare tutti i parametri per l’esposizione, dobbiamo girare la griglia delle modalità di scatto impostando il modo M (manuale).
Fatto questo possiamo notare come i parametri modificabili per regolare l’esposizione, sono essenzialmente 3, ovvero:
- Diaframma
- ISO
- Tempo di esposizione
Passiamo ora ad analizzare i pro ed i contro di questi parametri.
Diaframma
Nelle precedenti lezioni, abbiamo spiegato a grandi linee cos’è e dove si trova il diaframma.
Il diaframma si trova subito dopo la lente più esterna dell’obiettivo, e serve a decidere la quantità di luce che colpirà il sensore, ma non solo: il diaframma inoltre, determina la PdC (profondità di campo).
La profondità di campo è la parte più lontana messa a fuoco dalla fotocamera, ovvero:
Maggiore PdC significa maggior dettaglio dello sfondo, minore PdC significa invece limitarci ad avere a fuoco il soggetto in primo piano.
Avete presente il noto effetto fotografico con soggetto in primo piano e sfondo sfocato? Questo effetto si chiama Bokeh (che in giapponese significa appunto sfocatura) ed è ottenibile aprendo quanto più possibile il diaframma.
Infatti, all’aumentare dell’apertura del diaframma (numero f piu basso) corrisponde una diminuzione della profondità di campo sulla scena.
Inoltre, maggiore è il numero di lamelle di cui è composto il diaframma, e maggiore sarà la qualità del Bokeh.
Come possiamo vedere 12 lamelle offrono uno sfocato più morbido di un diaframma a 5 lamelle.
ISO
L’ISO, come già spiegato, è la sensibilità del sensore alla luce.
Facciamo un esempio: abbiamo bisogno di scattare una foto, ma abbiamo scarsa luminosità sul posto…
Potremmo aprire il diaframma per schiarire lo scatto ma… in questo caso la nostra profondità di campo diminuirà, mentre noi vogliamo che tutto sia a fuoco.
Cosa fare quindi?
La prima cosa che farebbe una fotocamera in modalità automatica è appunto alzare il valore ISO.
Proviamo a vedere che succede:
Aumentando l’ISO, il sensore diventerà più sensibile alla luce, quindi se con un ISO 100 avremo una foto sottoesposta, usando un ISO 400 la nostra foto sarà molto più luminosa, in quanto abbiamo quadruplicato la sensibilità del sensore alla luce.
Tutto questo però ha anche dei contro, ovvero:
Aumentando il valore ISO, aumenta anche il rumore digitale presente.
Nell’esempio qui mostrato di un ottima reflex entry-level vediamo come ad ISO 100 la foto non ha rumore digitale, mentre a ISO 12800 la foto è pressoché inguardabile.
Maggiore è la resa ad alti ISO della nostra fotocamera, e maggiore sarà il valore impostabile senza risentirne in qualità.
Ad esempio con una compatta qualunque, già a ISO 200 abbiamo del rumore se zoomiamo la foto.
Su una reflex entry-level dovremmo avere fino a ISO 800 o 1600 prima di veder comparire del rumore digitale, questo perché avendo un sensore più grande e quindi meno rapporto d’ingrandimento, si ha una resa maggiore all’aumentare dell’ISO relativa però anche al formato del sensore, ed al software di gestione della fotocamera.
Tempo di esposizione
Il tempo di esposizione è il tempo nel quale l’otturatore viene aperto e quindi il sensore viene esposto alla luce.
Torniamo all’esempio di prima ed immaginiamo di aver raggiunto un valore massimo di ISO impostabile senza che venga mostrato del rumore digitale, ma la foto risulta ancora buia… cosa possiamo fare ora?
Possiamo aumentare il tempo di esposizione, in questo modo il sensore catturerà tutta la luce a cui sarà esposto in quel dato tempo.
Solitamente i tempi di esposizione in una reflex vanno da 1/8000 di secondo, fino a 30 o 60 secondi.
Dobbiamo sempre ricordare che tutti questi valori si compensano a vicenda, ovvero scattare a parità di ISO (ad esempio ISO 100) con valori f/5.6 con tempo di 1/60”, equivale a scattare a f/8 con tempo di 1/30”, e l’unica cosa che cambierà sarà la profondità di campo regolata dal diaframma.
Ovviamente anche aumentare i tempi di scatto ha i suoi contro.
Infatti all’ aumentare del tempo di scatto, aumenta lo sfocato che possiamo creare scattando a mano libera.
E’ sempre consigliato, quando non si dispone di un cavalletto o quando il soggetto non è immobile, di usare tempi brevi e di non esagerare con il valore ISO se vogliamo foto nitide e senza rumore digitale.
Inoltre esistono 2 modalità chiamate B (bulb) e T.
- Nella prima modalità, l’otturatore rimane aperto finché il pulsante di scatto rimarrà premuto.
- Nella seconda modalità, l’otturatore verrà aperto e rimarrà in tale posizione finché non si premerà nuovamente il pulsante di scatto.
Tutto ciò però, può creare un “effetto mosso” sulle foto, dovuto alla resistenza che il pulsante di scatto oppone sul dito.
In questi casi, fissando la fotocamera su un cavalletto, possiamo usare un telecomando wireless o con cavo, che permette di scattare foto anche a distanza.
Detto questo, vi chiederete come fanno i fotografi professionisti a calcolare in una frazione di secondo i vari parametri di scatto.
Oltre all’esperienza, in aiuto troviamo le modalità semi-automatiche:
Con le macchine Nikon, le modalità sono contrassegnate con le lettere A (priorità di diaframmi o di apertura), ed S (priorità tempi di scatto), mentre sulle Canon possiamo trovare le lettere Av per la priorità diaframmi, e Tv per la priorità tempi.
Queste modalità permettono al fotografo di scegliere solo uno tra i valori dell’esposizione, mentre gli altri saranno gestiti dalla fotocamera automaticamente.
Ad esempio se ci troviamo a scattare foto con messa a fuoco e profondità di campo diversa, ci converrà usare la “modalità A” per decidere di volta in volta l’apertura di diaframma che ci serve e lasciar decidere il tempo di scatto alla fotocamera, mentre se scattiamo foto a paesaggi o ad oggetti in movimento, ci converrà usare la “modalità S” per scegliere solo il tempo di scatto, in modo da selezionare un tempo abbastanza veloce da bloccare il movimento d’ali di un uccello.
Ovviamente, questo dipende anche dallo stile del fotografo che deve conoscere bene il comportamento della propria fotocamera.
Video
Parte 1
Parte 2
Parte 3
Bene, per oggi è tutto!
Non perdetevi le prossime lezioni in cui entreremo nello specifico su come utilizzare i vari parametri sul campo per adattarci ad ogni situazione.
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